Il settore alimentare utilizza l'aria compressa in molte fasi produttive ed è importante seguire le disposizioni di igiene e sicurezza durante tutte le fasi del processo di lavorazione degli alimenti.
Sicurezza e igiene sono pre-requisiti indispensabili per l’industria alimentare, dal piccolo laboratorio artigianale alla grande industria di trasformazione. Una fonte di contaminazione molto rilevante, ma spesso sottovalutata, è l’aria compressa. Un impianto in cui l’aria compressa non è trattata adeguatamente può contenere contaminanti nocivi o pericolosi, che sicuramente devono essere eliminati per la protezione dei prodotti, processi e impianti, ma soprattutto del consumatore. Nei processi di trasformazione, l’aria compressa entra in contatto diretto con l’alimento quando viene utilizzata come parte integrante del processo, per: - Spostamento / orientamento di alimenti; - Trasporto di polveri alimentari o fluidi densi; - Formazione di aerosol; - Rimescolamento meccanico; - Selezione del materiale.
L’aria compressa può essere contaminata da diversi agenti che di solito vengono raggruppati nelle 3 famiglie descritte nella ISO 8573-1:2010 (polvere, acqua, olio) e che possono causare seri problemi agli impianti e alle attrezzature, sempre con rilevanti perdite di efficienza e incremento dei costi di produzione: - Corrosione e ruggine dei serbatoi e dell’impianto di distribuzione; - Blocchi e danni a valvole, utensili e macchinari; - Cattivi odori e ambienti di lavoro malsani; - Condense oleose difficili e costose da smaltire; - Maggiori costi operativi e di manutenzione degli impianti. Inoltre, relativamente al prodotto alimentare ci sono seri rischi di: - Perdita del prodotto - Degrado delle caratteristiche (sapori, odori, colori) - Riduzione dei tempi di conservazione
Diventa quindi necessaria una protezione su due livelli: - Un sistema di trattamento adeguato e correttamente dimensionato per garantire una sicura protezione di prodotti e processi; - Un monitoraggio costante della qualità dell’aria con un’idonea strumentazione.
In tema di igiene e sicurezza alimentare, il regolamento CE 852/2004 definisce chiaramente che la responsabilità principale per la sicurezza degli alimenti è in capo all’operatore del settore alimentare, definendo anche i principi del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points). A differenza delle applicazioni di aria di grado respirabile o medicale, non esistono però normative armonizzate che stabiliscano i livelli minimi accettabili di purezza per l’aria compressa utilizzata in ambito alimentare. Per far fronte a questa mancanza si considerano, dunque, le linee guida BCAS (British Compressed Air Society), ad oggi la fonte più autorevole utilizzata come riferimento per l’aria compressa alimentare, che distinguono due casi di utilizzo nel processo di trasformazione: - Contatto diretto: è richiesta la classe di qualità 1.2.1 (ISO 8573- 1:2010), che impone l’utilizzo di un essiccatore ad adsorbimento, oltre che una filtrazione spinta per polveri ed olio. - Contatto indiretto: la classe richiesta è 1.4.1, per cui un essiccatore frigorifero è considerato sufficiente.
La possibilità di contaminazione microbiologica deve essere esaminata invece secondo una valutazione dei rischi basata sui principi HACCP a seconda dei processi di trasformazione coinvolti.
A protezione dei contaminanti descritti, devono essere predisposte azioni diverse, anche perché ogni tipo di contaminante può essere bloccato o limitato con dispositivi che sfruttano diverse tecnologie disponibili.
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